mercoledì 6 febbraio 2013

Perchè il Papa non è il Re


 

...il cavallo nella stalla
suonava la chitarra
Tlin tlin tlin merda in bocca
a chi ci sta a sentir!




  

  



    -Ma nonnaaa? Hai detto merda!-

 
La mia nonna materna si chiamava Italia. 
Anche se in gioventù era stata una bella donna il mio ricordo me la fa rammentare con un fisico ormai basso e tarchiato. Aveva gambe storte come una cavallerizza, e tutte le dita dei piedi erano accavallate una sull'altra, portava grossi riccioloni neri e un bel neo peloso vicino alla bocca, o era il mento?, uff...questo non lo ricordo bene. 
La dentiera la teneva sul comodino, anche se tante volte la vedevo imprecare a cercarla per casa. Soffriva tanto di dolori reumatici e imponeva a noi tutti di tentere sempre le finestre chiuse e se qualcuno ne apriva una per far circolare l'aria lei se ne accorgeva subito.
A merenda era solita prepararmi una fetta di pane con burro, che spolverizzava con lo zucchero ma la sua specialità erano le coscette di pollo fritte.

Portava tanti anelli d'oro e le sue mani avevano un odore persistente di cipolla e aglio. Non usciva mai di casa, neppure per andare a fare la spesa.

Se non era seduta a pelare patate sul suo basso tavolino di legno, sapevo che era sdraiata a letto a riposare. Tre materassi di lana impilati uno sopra l'altro.

La sua stanza era sempre chiusa a chiave e l'accesso era vietato a chiunque.  Prima di entrare bisognava bussare. Dentro, oltre al letto c'era un grosso tavolo di legno ovale, la sua piccola televisione, una credenza e due comò. Mobili colmi fino all'inverosimile di scorte alimentari, neanche dovesse venire un'altra guerra mondiale.



Quando mi ordinava di fare una cosa e io magari le dicevo -Ma come faccio?-
lei mi rispondeva -Come gli antichi, che pisciavan dagli ombelichi-
E se chiedevo -Perchè?-
lei mi rispondeva -Perchè il Papa non è il Re-

Era un Generale che comandava tutti a bacchetta. 

Nonostante questo il sabato sera, dopo cena, si andava in camera sua. Dalla credenza prendeva due bicchierini, uno per me e uno per lei e ci versava dentro il Vov, poi metteva le sue dita nodose tra le poppe, perchè il reggiseno era la sua cassaforte, e mi regalava i soldi di carta.
Quel momento era cosi bello perchè sapevo che era solo nostro.



4 commenti:

  1. Ero fermo al "perché due non fa tre" di lontanissima memoria. Dove ero io, forse il Papa non era (più) Re, ma era talmente venerato che quel detto sarebbe risultato offensivo.
    Mi aggiorno anche sul pisciare degli antichi, che evidentemente avevano trovato il modo di utilizzare quel nodo post-partum, non ritenendolo un semplice percing naturale come lo vediamo noi.
    Ciao, saluti alla saggia nonnetta.

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  2. la mia nonnina è passata a miglior vita da mò, ma te la saluto lo stesso, tanto dov'è ci sente di sicuro....e se ti fischiano le orecchie non preouccuparti, è lei che stà imprecando qualcosa. :D

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  3. Bello ricordare....mentre leggevo pensavo alla mia di nonna, ma ho ricordi meno nitidi, e' passata miglior vita da tanto, troppo tempo. Ciao, piacere!

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