sabato 20 ottobre 2012

L'Eleganza di una Faina


       

 I PORTINAI SONO PERSONE CURIOSE,
                 E SI FANNO SEMPRE GLI AFFARI DEGLI ALTRI.  



E' ora di sfatare questa diceria perchè ci hanno sempre rappresentato come persone invadenti e curiose dei fatti degli altri. 
Ma la verità è che sono i condomini ad essere troppo chiaccheroni.

Per esempio... c'è la signora con il carrello della spesa che è da evitare come la peste, brava donna, ma se mi si accozza quando esce al mattino sono rovinata, perchè non c'è modo di fermarla coi suoi monologhi e nell'arco di venti minuti, senza che io abbia proferito parola o posto domande, è capace di farmi sapere che ha un'edera sul balcone, di avere il raffreddore, che è stata operata al ginocchio destro ma che però anche il sinistro le fa male, che ha la cyclette in casa, di avere  una figlia che ora è in Messico e si è separata da poco, che suo nipote fa il medico e che non è sposato, che le ciliegie del fruttivendolo vicino alla chiesa costano cinque euro e quelle al super invece  costano sei.

Per non parlare del signore che esce solo per prendere il giornale e rincorre gli inquilini più giovani -che hanno fretta di andare in ufficio- per poter fare due chiacchere ed è lo stesso che, da ormai cinque anni, almeno una volta alla settimana mi racconta che ha già acquistato i loculi al paese per lui e sua moglie. Trentamila euro....
-Una bella vacanza, magari una crociera no?-

C'è quello che viene spedito, sempre dalla consorte, a fare tutte le compere di casa. Pane, latte, bollette, frutta... Ma, o la moglie non gli da la lista tutta in una volta sola o lui trova la scusa per non rimanerci troppo in casa con la sua signora, dato che lo si vede uscire anche dieci volte al giorno.

Questo per dire che un condominio non è fatto solo di persone giovani che escono di casa al mattino e tornano la sera. Noi, con il nostro lavoro abbiamo a che fare con quelle che rimangono, le persone anziane, tante delle quali una volta andate in pensione vanno in depressione o si sentono inutili. 
Abbiamo a che fare con donne rimaste sole, persone comunque bisognose di attenzioni. Quelle persone che potrebbero essere i nostri genitori o i nostri nonni. Io, a dir la verità, non mi sento solo quella che lava le scale perchè sò di poter essere d'aiuto, dove posso naturalmente, a queste persone.
E poi chi ritira le multe che si prendono, i pacchi acquistati su e-bay, le scarpe su Zalando se si è al lavoro?
  
Concludo dicendo che fare gli assistenti geriatrici non è proprio facile, bisogna avere tanta, ma taaanta pazienza.
...Ed è per quello che ci appoggiamo sempre alla scopa di saggina quando gli inquilini ci fermano a parlare. Per tenere ferme le mani....e non strangolarli. 








giovedì 18 ottobre 2012

Il ragazzo dalla folta capigliatura


Questo mio pensiero risale  ad un anno fa.
Lo riporto ora perchè tra qualche giorno sarà esattamente un anno che questo ragazzo, che poteva 
diventare davvero
un grande campione,
ci ha lasciato in un modo così
inaspettato.

29 Ottobre 2011
Da dove inizio?
Posso incominciare dicendo che non ho mai seguito il MotoGp e tutto quello che sò sui piloti delle due ruote l'ho sempre appreso dai canali televisivi e dalle riviste.
Ma domenica.... la domenica appena passata è uno di quei giorni che rimarranno impressi nella mente per sempre.
Ricordo il giorno che Alfredino Rampi è caduto nel pozzo, ricordo lo schianto di Villeneuve, ricordo la carrozza che portò Diana all'altare, e ricordo benissimo cosa stavo facendo l'11 Settembre.

Domenica scorsa eravamo ad una festa di paese e con amici siamo entrati in un bar a bere un cappuccio. In quel locale la tv accesa era fissa sui box di Sepang. C'è stata curiosità in me ma essendo in compagnia non potevo fermarmi. 
Ma quelle facce fisse sul monitor mi facevano capire che era successo qualcosa, qualcosa di non bello.
La conferma mi viene data quando sento -Gara sospesa- ma non sò chi e come sia stato coinvolto. Simoncelli...Rossi...questi i nomi che vengono pronunciati da alcuni presenti poco dopo.
Simoncelli. Ma certo! Simoncelli è quel ragazzo con tutta quella massa di capelli e il forte accento romagnolo.
Quel ragazzo che in radio dice a Ringo “Non fatemi fare la figura del patacca!”, che ai miei occhi ricorda tanto il Valentino giovanissimo, e che proprio per questo un po' snobbo.
La mia gita prosegue tra le bancarelle ma il pensiero corre continuamente a quel ragazzo. Mi domando cosa può essere successo e cerco con lo sguardo voci tra la gente che mi possano aiutare a capire l'accaduto. Poi arriva come un pugno quella frase “E' morto. Simoncelli è morto.”
Mio marito chiede “Qual'è Simoncelli?” ed è bastato fargli quel gesto con le mani ad indicare i tanti capelli che aveva, che la sua risposta è stata “Mi dispiace, mi dispiace proprio tanto”.
La giornata per me è proseguita in compagnia degli amici ma con il pensiero di avere notizie di come fosse avvenuto il tutto.

Nei quattro giorni seguenti, tv, radio, giornali e internet non hanno fatto altro che parlare dell'accaduto. E ho conosciuto cosi MARCO SIMONCELLI detto SIC.
E ho capito una cosa. Marco Simoncelli era sì l'erede di Valentino Rossi, e questo lo avevamo capito tutti. E' che forse avevamo paura di ammetterlo perchè era un pò come tradire The Doctor e forse e non eravamo ancora pronti a questo cambiamento.
Per questo la sua scalata stava avvenendo in sordina e in modo graduale.
La conferma che tutti ci eravamo accorti che sarebbe diventato un campione c'è stata proprio con la sua morte, perchè ci siamo commossi tutti nel vedere quelle immagini tremende, ci siamo commossi tutti nel vedere lo smarrimento di Valentino e le lacrime di Capirossi, ci siamo commossi tutti nel vedere con che grande forza i genitori, la sorella e la fidanzata abbiano affrontato la tragedia.
E ci siamo commossi tutti nel vedere una vita troncata cosi rapidamente.

Mi sono anche chiesta perchè una persona -di cui si conosce relativamente poco- possa farci piangere cosi tanto.
La risposta che mi sono data è che forse il Sic, con la sua tragedia, ha rappresentato anche gli amici o quei cari che ci hanno lasciato troppo rapidamente. Immedesimarsi in questo tipo di "dolore pubblico" è forse l'unico modo che abbiamo per comunicare a chi è rimasto la nostra comprensione.
In questi giorni ho scoperto anche che Marco Simoncelli era una persona pura.
Ha avuto una vita breve ma fatta a tutto tondo e di questo i genitori dovranno esserne fieri e non avere mai rimpianti.
Ed è proprio a loro che dedico l'ultimo mio pensiero perchè dovranno affrontare il vuoto più devastante una volta che tutti i riflettori saranno spenti. Purtroppo sarà un dolore cosi profondo che il tempo non cancellerà, come tutti dicono, ma potrà solo aiutare a conviverci.
Sul suo profilo Fb ho visto una bellissima foto -che qui posto- perchè penso che sia quella che più lo possa rappresentare.
Ecco io voglio ricordarlo cosi.
E spero che l'ombra di quella sua capigliatura (che cosi bene lo contraddistingueva) possa seguirci in ognidove.

Ciao Sic!

mercoledì 10 ottobre 2012

L'Ebbrezza del Piercing


E' appurato. Io ed il piercing, anzi meglio io ed il Surface non andiamo d'accordo.
A dir la verità fino a qualche giorno fa neppure sapevo che cosa fosse un Surface. Per mia fortuna.

Domenica (in questo blog la domenica ritorna come un boomerang) ero ospite da amici. 
Si prospettava la classica giornata con un pranzo a base di cibo sostanzioso, chiacchere, risate ed un bicchiere di vino ad accompagnare il tutto. Ed infatti una parte della giornata è andata esattamente cosi.
Nel piatto mi sono ritrovata una gustosissima porzione di polenta Taragna con ragù di salsiccia, tanto abbondante che dopo, stranamente, sono riuscita a spizzicare SOLO due fettine di finocchiona.
Quelle che poi mi hanno accompagnato per tutta la notte, insieme agli incubi che in seguito ho avuto.

Ma ancora non ci sono arrivata al perchè ho avuto gli incubi.


Dopo il salame con finocchio e che certamente aveva l'aglio dentro, onde evitare appisolamenti furtivi abbiamo deciso di debellare il momento dell'abbiocco prima con un caffè e ammazzacaffè, poi con una passeggiata antipennica. Il sole ancora piacevole ci ha invogliato e abbiamo preferito l'aria aperta piuttosto che il Caccamo-mode.

Tornati a casa già pensavamo alla partita di Monopoly che i bimbi richiedevano con impazienza, ma alla quale io non avevo nessuna voglia di partecipare. La matematica non è proprio il mio forte.


Intanto che tabella e mazzette di euro venivano piazzate sul tavolo, il nostro amico ha incominciato a raccontarci del suo nuovo lavoro.
Il piercer. 
In quel momento il discorso sembrava l'unica via d'uscita dal Monopoly, almeno per me, tanto che una volta presa la sua bella valigetta in metallo e averci illustrato gli attrezzi usati per bucare l'epidermide, dopo qualche esitazione....vabbè...non poi tanta....ho detto -Facciamolo!-
(Pur sapendo che a breve dovrò essere operata alla mano).
E siccome volevo caricarmi per bene sono corsa in auto a prendere un disco degli AC/DC.

MA IO NON SO NEMMENO CHE COS'E' VERAMENTE UN SURFACE!!!
CHE DIAVOLO MI E' SALTATO IN TESTA?

La musica parte, le mani sul tavolo danno il ritmo...
Pàttì....Pàttì....Pàttì.......Pàttì......Pàttì.......Pàttì..
Dopo quattro secondi avevo una barretta di metallo infilata sotto la pelle del braccio e due pallini rosa uscivano dal polso. Però la partita a Monopoly era saltata.
Mi sono fatta spiegare bene tutto ciò che avrei dovuto fare, quante volte al giorno medicare, quando la pulizia ecc.. ecc... e ho continuato a rimirarmelo per tutta la giornata. Felice e contenta.
Ma tornata a casa sono piombata su internet ed ho cominciato a leggere alcune testimonianze di chi li ha avuti.
7 su 10 hanno il rigetto.... Tempi lunghi di guarigione (anche nove mesi).... ed io comincio a pensare all'operazione.... C'è chi addirittura scrive -dopo dieci anni qualche volta mi esce ancora il pus-
Decido di piantare la lettura e andare a dormire.
La Finocchiona senza ombra di dubbio è stata la prima causa degli orribili sogni che ho avuto durante la notte ma la lettura pre-sonno credo abbia contribuito notevolmente a peggiorare la situazione. Non c'è voluto molto a credere di non sentirmi più il braccio, o alla sensazione di vedermelo gonfio come un pallone o a quella di averlo come una pizza margherita..
E così è stato il giorno seguente e quello dopo ancora, fino a
quando FINALMENTE il terzo giorno la barretta è stata sfilata definitivamente dal braccio.

Sono stata un' inconscente lo sò perchè potevo informarmi prima.
Ma ripensandoci oggi, non me ne pento assolutamente.
Per una volta tanto ho deciso di scegliere senza pensare alle conseguenze.
E mi sono sentita viva.

Fà niente se ora ho due prese d'aria nel braccio.


                             Il tutto è stato documentato.



 

martedì 9 ottobre 2012

PsycoPeppa


La mia convinzione è che in questo universo siamo tutti circondati da energie, e penso anche che ogni individuo ne sprigioni delle sue, buone e cattive. Scrivo questo perchè quando conosco una persona nuova se a pelle questa mi trasmette anche solo una sensazione sgradevole, capisco che è una persona che non fa per me. 

Ieri ho intrapreso nuovamente un percorso terapeutico per cercare di curare la mia psiche difettosa.
Come già detto, questa è la terza nel giro di tre anni. 

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La prima volta.
La mia esperienza ha inizio presso una struttura privata convenzionata con la mutua. Una bella struttura. Avevo sia lo psichiatra per la cura farmacologica sia uno psicologo per il pacchetto sedute.
Siccome lo studio dove avvenivano gli incontri era a ciclo continuo, al mattino sulla porta si poteva leggere Dott. Taldeitali Ginecologo mentre al pomeriggio l'etichetta diveniva del Dott. Pincopallino Psicologo. 
La stanza grande un metro per un metro non dava spazio a quella che io chiamo "l'area personale", tutto era troppo ravvicinato. Troppo.
Non c'erano effetti personali di nessun tipo, nè sulla scrivania, nè sulle pareti e la porta era talmente sottile che faceva direttamente da amplificatore per le orecchie degli altri pazienti in sala d'attesa.
Ai miei occhi, l'analista era parso subito talmente giovane per poter capire anche solo minimamente quali fossero le cause delle mie crisi di pianto incontrollabili, dei miei momenti di gioia alternati a quelli di malumore devastante, che le sedute in sua compagnia erano un'unica sinfonia.  Un silenzio imbarazzante.
In quei 20 minuti settimanali...Venti minutiiiii???? Sì, solo venti minuti, non proferivo parola se non a monosillabi e questo giovanotto non avendo ancora trovato l'attrezzo giusto per aprire il mio guscio nominandomi La Sfinge, finiva col fare domande di routine senza arrivare a niente di concreto.
Il giorno che disse "dovremmo approfondire meglio l'argomento" capii che per curarmi avrei dovuto andare nel suo studio privato, dove le sedute sarebbero state più lunghe e naturalmente più costose.
Non ci sono più andata.

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La seconda volta.
Eliminato l'analista mi era rimasto lo psichiatra.
Le sedute con lo psichiatra erano di durata maggiore. 30minuti.
Di questi trenta minuti (o venti che fossero, come sopra) otto di questi di solito venivano utilizzati per le varie pratiche come sedersi, aspettare che il computer si accendesse, che il medico si ricordasse quali fossero i motivi principali dei miei disturbi e infine che venisse riletta la cartella clinica per iniziare la seduta fingendo cosi di conoscere il mio nome.
La stanza rispetto alla precedente era molto più grande, c'erano oggetti più personali all'interno ma non avendo finestre per i miei gusti risultava troppo buia, tanto da assomigliare più ad una camera da ipnosi o cura del sonno piuttosto che alla stanza della psiche.

-Nell'attesa mi guardo in giro, notando un quadro decisamente cupo e mi domando se sono io che devo curarmi o se invece non è lui ad averne bisogno. Osservo che l'uomo ha due fedi al dito, una è più piccola. Intanto che questi scrive mi chiedo se la vera più piccola è della moglie. La porta al dito perchè è morta? Sarà stato un grande amore?-

Poi la terapia ha inizio. Lo psichiatra è più anziano, più esperto del precedente e anche se io continuo a fatica a tirare fuori le parole egli riesce in poco tempo a capire quali sono le mie problematiche maggiori.
Ha un tono di voce chiaro e deciso e alla fine di ogni seduta si alza dalla sua poltrona e mi saluta con un mezzo abbraccio come a darmi coraggio ma che io interpreto come un gesto troppo invadente, come a significare "così ti faccio credere che mi importa qualcosa di te quando in realtà non mi fregauncazzo" . 
Comunque la sua stretta di mano vigorosa mi dà quella carica che dura fino alla seduta successiva e mi dà anche la fiducia nel prendere le medicine che mi ha prescritto.
Il giorno che disse "dovrebbe fare il test di Rorschach" capii che per sapere se in una macchia d'inchiostro ci vedo un utero o una farfalla avrei dovuto sborsare dei bei soldini.
Non ci sono più andata. 
E ho smesso anche la terapia farmacologica.

Sono stata bene per un pò.
Ora che stanno tornando tutte le mie ansie e stati d'animo altalenanti, i quali mi fanno vivere male l'esistenza, ho di nuovo chiesto aiuto.

Con la mia ultima terapia questa volta ho deciso di optare per il Cps. 

Chi pensa che al Cps ci sia solo gente che cammina come zombie, che ci siano solo i reietti della società, che ci siano solo ex tossicodipendenti  e famiglie con gravi disturbi psicosociali....non si sbaglia. 
E' proprio cosi. E giuro, è veramente deprimente.
Ma, ieri mattina anche se per me era una giornata di quelle NO, ero talmente curiosa per l'inizio della nuova terapia, del nuovo medico, ho richiesto specificatamente una donna, che tutto quello che mi circondava è passato in secondo piano. 
Anche  la puzza di quello che avevo a fianco in sala d'attesa.

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La Terza volta.
La sala d'attesa ha quasi tutte le sedie occupate e penso subito che dovrò starci li a lungo prima di essere chiamata. Invece la dottoressa arriva quasi subito.
Dopo avermi fatto entrare nel suo studio la signora con il camice bianco non mi dà nè la mano, nè si presenta.
Ma magari, penso, è stata solo una leggera dimenticanza.
Il computer qua è già acceso, e la stanza mi piace proprio.
E' grande quanto basta per far si che medico e paziente abbiano i propri spazi. E' luminosa, le pareti hanno un bel colore, ci sono foto appese al muro, probabilmente dei suoi gatti e di quello che potrebbe essere suo figlio. C'è una finestra lunga e stretta che lascia intravedere fuori. Vedo anche piante grasse e ciclamini rossi.
La scrivania è colma di fogli e foglietti, soprammobili e ninnoli e già mi piace perchè è un posto accogliente e fa venire voglia di parlare.
La dottoressa cammina eretta e decisa, non ha le classiche mani senza carattere, le sue sono piccole, liscie e nodose. Sull'anulare porta una vera, una sola però. E' forse un pò dipendente dal botulino ma nell'insieme sembra ispirarmi fiducia, nonostante quell'apporccio iniziale che mi ha fatto restare sulla difensiva.

...a pelle....quellla sensazione a pelle...mi ripeto

Anche in questo caso la seduta inizia.
Solite domande per compilare la scheda paziente, ma la prima visita è sempre cosi, mi dico.
Tutto sembra procedere nel verso giusto ed io anzichè stare sul bordo sedia incomincio a rilassarmi e mi metto un poco più comoda.
Incomincio a tirare fuori i miei bocconi amari e stranamente, a parte il pianto che mi fa spesso mancare l'aria, parlo decisamente tanto.
Poi, ad un certo punto accade quella che io ho chiamato incongruenza.
Premetto che la mia depressione mi ha anche portato ad ingrassare. quindi sono un poco sovrappeso. Ad un certo punto il discorso cade proprio sui chili di troppo, e dal mio peso eccessivo la dottoressa è passata a parlami di dieta.
E fin qui ci sta tutto. 
Ma cosa strana, non mi ha detto frasi tipo "le consiglio di andare da un dietologo".  Ha invece preso un foglio dicendo "se vuole le dò io una dieta" ed io ho risposto -mi faccia vedere-
Ha messo giù una e vera e propria tabella, nel quale secondo lei dovrei togliere completamente  per due settimane zuccheri e carboidrati... chiunque perderebbe subito chili! Mi dice che ricorda molto la DietaDukan. 
Aaah! la Dukan! -penso io-  quella che ti rovina i reni.....
Ma è quando ha incominciato a parlarmi di cibo proteico che ho capito che la seduta stava prendendo un'altra piega...ed è quando mi ha tirato fuori un depliant con la lista dei cibi proteici, che spaziavano dalla pasta kamut a 12euro a pacchetto fino ad arrivare agli snack rompi-digiuno che sanno di formaggio, che ho capito che la seduta aveva preso DecisamentE un'altra piega.

-Ma sono nello studio di una psichiatra o di una venditrice Herbalife?-

Le faccio capire che non ho interesse per questo genere di cose e lei devia l'argomento per tornarci poco dopo. Arrotondare le proprie entrate in questo contesto l'ho trovato di cattivo gusto.
Alla fine anche lei mi prescrive delle medicine.
Prima di uscire mi rammenta che anche il solo dimagrire mi farà sentire più sicura e mi farà vedere più bella.
Io volevo dirle che ero già dimagrita di dieci chili qualche anno prima senza dover mangiare i suoi crakers al formaggio, ma mi sono limitata a dirle che non è tanto il mio esterno che devo (e dovrebbe) mettere a posto ma il mio interno. Perchè una volta messo a posto quello potrò vivere serenamente anche con i miei chili di troppo.
La sua seduta però è durata quasi due ore. Non ci potevo credere.
Ci siamo lasciate stringendoci la mano. 

-Non allunga neppure il braccio. Sembra quasi che la mano le stia uscendo direttamente dallo sterno. Della mia invece, ha stretto solo le falangi....e già per me, non è un buon segno-

Tra una settimana la rivedrò. E in base a quale sarà l'argomento principale della seduta saprò se continuare o meno.

Ecco. Il mio problema sta proprio nel fatto che non mi fido di nessuno e come scritto nella presentazione faccio fatica a relazionarmi con chiunque, anche con chi dovrebbe curarmi.
Per esempio, io questo test lo farei volentieri, anzi sono davvero curiosa. Ma quando a fine mese devo scegliere se pagare l'assicurazione, pagare la rata del mutuo, curarmi un dente cariato o fare il test di Rorshach, la mia priorità dove potrà mai cadere?
Se il mondo esterno e chi lo abita mi fa cosi paura perchè allora ho deciso di scrivere sul blog? Ho la necessità di protagonismo anch'io come gran parte del genere umano o è solo una forma di autolesionismo? O, se non peggio voglio illudermi di risolvere tutte le mie fobie e paure solo scrivendo? 

Chissà se la rappresentante di cibi proteici potrà darmi la risposta.