venerdì 14 dicembre 2012

LA PALAFLAGELLAZIONE





Oggi su qualsiasi social network tuuutti o quasi, hanno postato la loro foto della neve. E quant'è bella la neve...e il mio pupazzo di neve....e giochiamo a palle di neve...che paaalle!
Anch'io ho postato la mia foto. Quella della PALA di neve.



E' da questa mattina che stiamo accatastando questa creatura merDavigliosa e non abbiamo ancora finito...Sgrunt!
Nel mio lavoro capita di dover fare straordinari quando ci sono eventi naturali come questi. Succede così di trascorrere parte della giornata a levare la neve dal marciapiede e buttare del sale industriale -sacchi da 25kg- e fare che quella poca rimasta in terra si sciolga completamente così da rendere agibile il passaggio ed evitare che qualcuno possa farsi male scivolando.
Ma durante questo rito di palaflagellazione accade sempre che arrivi il pirla di turno.

Non sopporto le persone che non rispettano il lavoro altrui.

Una superficie che potrebbe contenere due campi da tennis non è esattamente come spalare fuori dall'uscio di casa e quindi in questi frangenti, se qualcosa va storto, mi sale il nervosismo. Il più delle volte riesco a contenerlo applicando solo uno sguardo malevolo a chi mi sta di fronte, a volte invece sbotto fino a rendermi ridicola al punto da reincarnarmi nella portinaia di Pozzetto. 



Il pirla di turno (uomo o donna è indifferente) sia che esso/a si trovi sul marciapiede in strada o che si trovi nel cortile interno all'edificio la tecnica che usa è sempre la stessa.
Con in mano lo scopettino, il giornale, la scopa di saggina chiesta in prestito o il rompighiaccio  butta a terra la neve che ricopre interamente la sua auto. Ma, attenzione, non la getta a lato o sui mucchi già accatastati, NO! La getta proprio là dove è più logico lanciarla....dove IO ho appena pulito e gettato il sale.

Se poi penso che a questi disagi aggiungo anche il pensionato che con la sua esperienza consiglia di scrollare "un pochino" le piante il mio pensiero è:
"Ma vàttè a scrollare lì cojoni!"

Buona neve a tutti.
Pirla e non.
 


mercoledì 12 dicembre 2012

L'ALBERO RUBATO



A Dicembre si fa l'albero. 
Tutti gli anni mi riprometto che non addobberò casa per nessuna ragione poi mi dico - metto solo la ghirlanda fuori dalla porta- e finisco con avere 40mq di casa piena zeppa di ninnoli. Cartoline di auguri attaccate al frigo, angeli penzolanti dal soffitto, babbi natali e palle di neve sparsi per casa, tovagliette rosse, candele cuscini e cd a tema. Tanta roba che mi regala l'illusione di poter rivivere il Natale come quando avevo gli occhi di una bambina.
Quest'anno la ghirlanda l'ho lasciata nello sgabuzzino. E' la prima volta che succede e rimarrà congelata come tutto il 2012. Non che mi sia successo chissà quale fatto negativo in questi dodici mesi, ma è come se quest'anno proprio non lo avessi vissuto, come se ogni giorno passato non mi avesse lasciato niente e di ognuna di queste migliaia di ore ormai trascorse non ho impresso neanche un ricordo vivo. 
Nonostante il mio rifiuto a tutto ciò che concerne il Merry Christmas e il Santa Claus, il Let it snow e All I want for Christmas is you di Mariah Carey, e la musica degli Abba nei supermercati, mi rimane purtroppo l'unica cosa a cui non posso dire di no, anche volendo. 
L'ALBERO CONDOMINIALE (e qui l'ho detto come Fantozzi).
E succede che lo spirito natalizio me lo devo far venire a forza anche con la mannite, se necessario.
Quest'albero essendo datato anni sessanta ha sempre puzzato di antico e quando, nel periodo che va da dicembre all'Epifania, si entra nell'atrio è possibile avvertire un leggero sentore di topo misto a fogliame umido di bosco.

Nei miei primi anni da "guardiana in vetrina" mettevo tutto l'impegno possibile per rendere questo plasticato verde piacevole alla vista dei condomini e al puzzo cercavo di rimediare spruzzando direttamente sui finti rami essenza di vaniglia.
Con il passare del tempo ho perso l'entusiasmo nel prepararlo e tra una palla rotta e qualche ramo mancante l'albero ha perso invece anche il suo piedistallo.
Cosi accade che ogni sette di dicembre con la finta regola che è "doverosa abitudine" preparare l'albero io di solito passo l'intera mattina a puntellare quell'aborto di finto abete per farlo stare prima di tutto in piedi e sopratutto diritto. Nonostante il mio non celato disappunto nessuno ha mai optato per 
-graziamola e compriamone uno nuovo-.
Finite le feste lo prendo cosi com'è, completo di palle e luci multicolore, e lo arrotolo come si fa con il salame al cioccolato e lo riporto in cantina pronto per essere
srotolato l'anno successivo e messo sul nuovo piedistallo, che nel frattempo mi hanno fatto acquistare.
Dato che il Natale scorso mi era saltata un'intera fila di luci sapevo già che quest'anno il gioco con il meccano mi sarebbe cosatato una fatica doppia perchè era stato smontato completamente. A fine giornata, avrei cominciato a parlarci con quelle cazzo di palle.
Ieri sono scesa in cantina non proprio contenta per prendere il salame di Natale e sorpresa? Non c'era, rubato.
Sono rimasta basita. B-A-S-I-T-A!
Ma daaai. Ma come si fa? Era pure l'albero più brutto della via. 
Nonsonostataiononsonostataiononsonostataiononsonostataiononsonostataio!
Cosi sono corsa a comprarne subito uno nuovo. E, come consigliato, non uno più grande e moderno ma uno più piccolo ed economico naturalmente.
Chi lo ha portato via mi ha fatto un grosso favore, mi spiace solo che non si sia preso anche il piedistallo.
Tanti condomini neppure si sono accorti del cambiamento, hanno continuato a dire "Ma quando si cambia quest'albero?".
E a chi, dopo aver sistemato il nuovo arrivato mi ha chiesto se si era per caso rimpicciolito, io di riflesso gli ho detto che l'avevo messo in lavatrice.
Come risposta ho ricevuto un "Davvero?". Giuro.

martedì 4 dicembre 2012

L'Ostaggio


Nei mesi scorsi mi sono dilettata a creare cartoni animati con un programma trovato sul web. In questo sito è possibile dar vita a piccoli capolavori utilizzando personaggi o sfondi a tema come i Ninja, Anime, Monster, oppure crearne di propri usando un pò di fantasia e tanta, tanta pazienza. 

Il mio è un capolavoro.






Il progetto a cui mi sono dedicata mi aveva preso a tal punto che per una quindicina di giorni mi sono estraniata da tutto e ho fatto una full immersion di taglia, copia&incolla, aggiungi tempi, accorcia tempi, suoni, voci, effetti speciali, scene e dialoghi. 
Mi sentivo creativa come la Wertmuller, però dei TrashCartoons. (scusate ma sulla tastiera non ce l'ho la "u" di Lina Wertmuller) 
E, come dopo aver sudato sette pigiami di pile nel mese di maggio anch'io sono riuscita a partorire qualcosa. Tuttavia si sà che una mente difettosa può generare solo idee difettose. E perchè non rendere pubbliche anche codeste fantasie?

La mia prima creazione ha avuto come protagonista Bro che incontra se stesso. Anche se la storia è decisamente più surreale da sembrare il sequel di Memento, dopo averlo pubblicato ho notato che i tempi non erano stati sistemati a dovere e la visione mi è apparsa lenta e noiosa.
Nel mio secondo progetto, qui sotto rappresentato in due parti, la visione è cambiata da "lenta e noiosa" a "solo noiosa". 
La trama è semplice perchè essendo io tra i protagonisti in questa Future Adventure decido di fare un piccolo dispetto all'amico Roberto, grande collezionista di auto americane. Chi dei due avrà la meglio?
Durante la visione non ho potuto certo dire " Prendo Popcorn e Coca-Cola" ma la frase "I figli sò sempre piezz e còre"  me la sono concessa.

L'OSTAGGIO (parte prima)               
L'OSTAGGIO (parte seconda)

Per chiunque volesse divertirsi a creare i propri "Piezz e còre" il sito è:


venerdì 30 novembre 2012

FACCIO UN'ECCEZIONE



Clint Eastwood
Mi sono chiesta più volte come mai tante donne trovino attraenti uomini molto più grandi di loro. Faccio l'esempio della Gregoraci. Niente contro Briatore, ma mi chiedo perchè una ragazza cosi giovane possa essere attratta fisicamente da un uomo così tanto più vecchio di lei.
E' una carenza affettiva? La ricerca di una figura paterna? A me in quarantatreanni non è mai successo. Ma oggi ufficialmente ammetto che potrei fare un'eccezione. Macchè George Clooney o Richard Gere...quest'uomo in foto -e che uomo- è classe 1930! E che nessuno mi prenda in giro, Cazzarola!

 
 

sabato 24 novembre 2012

Paladina della Giustizia


E' proprio vero, che sia un vecchio film, una canzone dimenticata, un luogo inesplorato e a seconda dei gusti, il pene più lungo o la bocca più larga al giorno d'oggi la Tv e il Web sono diventati la nostra finestra sul mondo. Quando queste ricerche sono volontarie va tutto bene, quando ci si inciampa per sbaglio le cose cambiano. Ieri mi è capitato per ben tre volte.

La prima è stata con quel Tg di merda che sta sul sesto tasto del telecomando,  quello che inizia per Studio e finisce per Aperto e che è specializzato prevalentemente in gossip, si diletta in servizi semigiornalistici e usa filmati su animali torturati per fare salire l'indice di ascolto. 
Deve esserci una scuola specializzata che insegna loro sia la postura che devono adottare -vedi Salvo Sottile-, sia quell'incalzante timbro di voce ansioso sempre in modalità "la fine del mondo è vicina" e sia le musiche giuste da adattare ai servizi strappalacrime. E' uno stile americano diciamolo.
Quindi, lasciamo agli americani ciò che è degli americani, per cortesia!
Cmq parte il filmato dove questa donna riceve da un sconosciuto un violento
"schiaffo del soldato" e mi cade a terra come un birillo. A me si gela il sangue. Tiro dietro qualche imprecazione anche perchè il servizio che ne segue mi informa, invece, che un gruppo di mamme ha fatto togliere un enorme cartellone di Belen perchè ritenuto offensivo nei confronti dei bambini. Mavàcagheeer...

Nel pomeriggio continuo il mio cazzeggio sul web e mentre guardo divertita la notizia di questa famiglia asiatica alla quale hanno costruito tutto intorno la loro abitazione una superstrada, altri servizi mi distraggono e vedo così un agente che viene circondato da dei tizi. Ad un certo punto uno dei tre gli sferra un calcio di karatè in pieno volto. Incomincia a salirmi il malumore.

La sera mi metto su fb....cercando di trovare relax, evitando le foto dei cani da vivisezione e comincio a girovagare qua e la. Oh! mi dico. Un video! Sarà qualcosa di carino e sopratutto divertente.
La durata è di circa 4 minuti che a me sono sembrati un'eternità.
C'è una tipa seduta sul letto, davanti a lei un bimbo di neppure un anno, presumibilmente il figlio. Il video inizia col bimbo che piange. La cosa più logica che una donna, neanche una madre, una donna in una situazione del genere ha l'istinto di fare è quella di prendere quella povera creatura in braccio e coccolarla. Lei invece non faceva altro che prenderlo a cuscinate in testa, a dargli pizzicotti su braccia e gambe e più questo cucciolo urlava più questa stronza lo torturava. La cosa più raccapricciante era che chi filmava non è intervenuta. Una cosa disumana!

A quel punto il sangue mio ribolle e penso che se esistesse la lampada di Aladino uno dei miei Tre desideri sarebbe quello di diventare La Paladina della Giustizia. Me ne andrei in giro per il mondo con la mia tuta tutta luccicante ed attillata e con il mio grande mantello nero a scovare questi esseri immondi, per fargli male allo stesso modo, solo dieci volte tanto. Gli renderei pan per focaccia perchè sono dell'idea che gente cosi cattiva non dovrebbe esistere da nessuna parte. Poi ritorno alla realtà e mi metto a riflettere, troppo, come al solito.

Così prendo ad analizzare ogni singolo caso.

Del primo video mi chiedo come faccio a sapere io, quello che è successo anche solo dieci minuti prima. Che ne sò che non abbiano litigato per uno stupido parcheggio?
Come posso avere la CERTEZZA ASSOLUTA che "a me non può succedere" ?Sono una manciata di secondi, secondi che cambiano la vita per sempre. Ma penso anche che Nessuno di noi ha questa certezza. E questo è spaventevole.
Allora forse, prima di condannare quest'uomo, dovrei condannare questo sistema, la società perchè ci fa vivere male anche la quotidianità e la nostra
rabbia diventa così incontrollabile al punto tale che la sfoghiamo contro la prima persona che ci capita a tiro?

Il secondo video mi fa supporre che la cocaina possa essere una causa scatenante di questo genere di violenza e dedurre così che, se il tipo non era perfettamente in sè (non lo giustifico, sia chiaro) al momento dell'aggressione non lo si dovrebbe neppure condannare perchè il suo stato psicofisico era alterato.
Allora forse, prima di condannare quest'uomo, dovrei condannare questo sistema, la società, perchè ha fatto diventare anche l'uso della cocaina uno status symbol alla portata di tutti e favorendo il dilagarsi di questa violenza con conseguenze devastanti?

L'ultimo video potrebbe anche essere stato girato per dimostrare che questa donna non è in grado di gestire suo figlio, trattandosi magari di una depressione
post-parto. 
Ed allora, infine, prima di condannare questa donna, non è che forse dovrei condannare questo sistema, la società perchè non segue in modo adeguato le persone che necessitano di cure, quelle persone che, se non vengono aiutate, da sole non riescono a guarire?

Con la mia analisi, quindi, la ragione andrebbe a sfavore di tutti i miei principi e a favore di assassini, ladri, pedofili e violentatori perchè ogni singolo fatto grave che accade nel mondo dovrebbe prima essere analizzato sotto ogni aspetto e solo dopo giudicato definitivamente.
Certo, la giustizia si fa nei tribunali. Ma la legge funziona poi così a dovere? Io parlo di giudizio morale. Invece ci hanno abituato a guardare solo in superficie, la Tv, i giornali, il web, NON ci hanno mai dato la possibilità di riflettere perchè è più facile in questa maniera. Siamo esattamente come questi carnefici/vittime. Istintivi, senza controllo e senza valori perchè la società, il sistema è proprio così che ci vuole.
Fast, speed, e sopratutto facilmente riciclabili.

Come Paladina della giustizia usando sia l'istinto che la ragione fallirei in ogni caso.




mercoledì 21 novembre 2012

On the road (again) ....with a Virago


Dovrò tornare dal parrucchiere. 
Il metodo -tifaccioicapellicomelifannoaBelen- non è che funzioni con tutte. Per prima cosa Io non ho i capelli lunghi come lei.

Two months ago:
Sono scura di capelli, scurissima. Troppo. E sono decisa.Voglio cambiare...oggi stesso. Tipico di noi donne. Cerco un parrucchiere che mi ribalti la testa senza appuntamento. Niente. Poi mi viene in mente una scuola. Me ne hanno parlato tutte molto bene e dato che sono le allieve/i che fanno i tagli e piega costa relativamente poco. E vaaai!
Mi ci infilo dentro. Riviste appese ai muri a mò di office casting, ragazze giovani e sprintose e Personal Hairdresser gay ne fanno un luogo Mega Fashion. Un minuto dopo punto il dito su una di loro e dico LI VOGLIO DI QUEL COLORE!
  
Per farli così ci vuole l'appuntamento, è un lavoro lungo e costa parecchio. 
Allora no. Possiamo incominciare col schiarirli, se vuoi. Va bene. Iniziano così a scrutarmi i capelli. (non tagliatemeli tanto perchè vorrei farli crescere). 
Il Personal Hairdresser, che invece costa un botto, con un pettine mi cotona tutti i capelli per aria, passa il decolorante a caso su tutte le punte e cosa che NON dovrebbe fare assolutamente mi pratica uno scalpo al coppino. Tra me e me ho pensato che questo metodo casereccio di tingere i capelli me lo sarei potuto fare da sola a casa e avrei anche risparmiato. 
Vabbè che sono tornati di moda gli anni 80, i colori fluo e i glitter ma la mia testa pareva un Ananas. Uscita dal salone ero indecisa se tornare a casa ballando come Truciolo o se passare prima in concessionaria a comprarmi una Virago. Tra amici e parenti quel taglio ha avuto un successone ma per i miei gusti è stato fin troppo trendy. 




Oggi, a due mesi dal fattaccio i miei capelli (fortunatamente) stanno piano piano ricrescendo ma questa mattina mi sono guardata nello specchio dell'ascensore e ciò che ho visto riflesso non è stato per nulla incoraggiante....



lunedì 19 novembre 2012

UN ILLUMINANTE POMERIGGIO NOIOSO


Film, film e film. E dire che ne ho una valanga -presi quasi tutti da internet- ma chissà perchè preferisco tenerli chiusi in un portacd e continuare a guardare quelli che mi propina la Tv. Sò già le trame, come vanno a finire, chi muore, chi è l'assassino ma ogni volta mi piazzo davanti allo schermo e li guardo come se fosse la prima volta.

Della mia collezione privata ho il periodo in cui devo vedere solo l'Horror, quello in cui mi sento Radical-Intellettuale e vado solo a trame d'essai anche se quest'ultime, in realtà, sono state quasi tutte archiviate perchè peggiorano la mia depressione. Ho già lei che mi fa vedere il mondo e la vita in maniera cosi complicata, introspettiva e decisamente TRISTE, che non sento più quel bisogno irrefrenabile di sentire un attore e/o attrice bisbigliare quando recita una parte.
Ho il periodo dove ho forte il bisogno di piangere e vado coi drammatici o la De Filippi (peccato che sia finita) e quello dove invece devo ridere a crepapelle con Frankenstein Junior. 
Questi periodi però difficilmente si intersecano tra di loro, per questo ho creato il Pomeriggio Noioso.
Usufruisco di questo giorno per decidere quale stato d'animo voglio raggiungere senza che interferisca MAI con gli altri. Quindi tengo qualche film sul computer per tappare queste giornate (sopratutto quelle piovose) dove una calda coperta di plaid, una tazza di caffè annacquato, qualche porcheria spaccafegato e snacks al formaggio (magari non proteici) me ne conciliano la buona visione.
Tra questi film in archivio uno in particolare ha più spesso destato la mia curiosità, tanto che ne avevo visto l'inizio ma poi mi sono detta appunto "me lo tengo per guardarmelo con più calma quando sarò dell'umore giusto" e invece, guarda caso, proprio sabato scorso questo stramaledetto film lo hanno dato in Tv.
Era già iniziato e io che ho fatto?
L'HO VISTO!!!                                
Grazie al FilmStramaledetto da ieri ho un groppo alla gola. 
PERCHE' QUESTO NON E' IL PERIODO DEI FILM DRAMMATICI!

Comunque, il mio nodo alla gola è qui e non va giù perchè quel segnale, quel messaggio subliminale che spesso l'essere umano cerca sotto svariate forme e modi a me si è presentato a mò di pellicola e mi ha dato quella risposta ad alcune domande che la mia mente si sta ponendo da un pò di tempo. E tutto a causa di un bizzarro comportamento che una persona, a me molto cara,  manifesta ultimamente. Questo suo modo di fare dall'esterno è visto quasi come un vaneggiamento, e ammetto che anch'io spesso l'ho pensato. Ma ora riflettendo mi sono resa conto di quanto invece sia tormentato e logorato. E ho capito.
Perciò, in attesa di rigustarmi ogni singola immagine, ogni singola frase di questo stupendo film dall'incantevole fotografia affermo definitivamente che:
La Libertà d'animo di ogni individuo non ha prezzo e in questo caso specifico, non sarò certo io ad ostacolarne la ricerca personale.
D'altronde, anche Gianni Bella cantava "Non si può morire dentro".
Bhè? Che ha Gianni Bella che non va?


Il film in questione è "Into the Wild"
di Sean Penn e  le musiche sono di Eddie Vedder. La pellicola racconta la storia autobiografica di Chris McCandless.
Non aggiungo altro alla trama se non che il luogo del "Bus 142" è diventata meta di pellegrinaggio come la tomba  di Jim Morrison a Pere Lachaise.

"La felicità è reale solo quando condivisa"
Chris McCandless. 










venerdì 16 novembre 2012

ARIANNA - Apro/Chiudo Parentesi


Apro parentesi.

Non ho mai avuto grandi amici. Tantomeno alle elementari.
La maggior parte dei miei compagni mi ha sempre preso in giro e non sapendo rispondere a nessuno di loro me ne sono sempre tornata a casa con la coda tra le gambe, piangendo.
 
-Siiii-iiii lo ammetto. Da piccolina (da piccolina ho detto!) andavo a piangere da mamma spesso. Anzi spessissimo-.

Nella mia classe, inutile dirlo, c'era la più bella della scuola. Arianna.
Lei era tutto quello che avrei voluto essere. Non solo era bionda e bella, ma era pure intelligente. In ogni materia scolastica era tra le migliori, nell'ora di disegno sapeva usare la matita per creare paesaggi e persone come nessun'altro di noi era in grado di fare, si esprimeva bene ed era sempre al centro dell'attenzione.
Di Tutti.
Viveva con i genitori e la sorella più piccola in un grande appartamento dove la moquette regnava sovrana. Aveva una stanza tutta per se, un cane, pesci rossi, tartarughe d'acqua, c'era persino la camera solo per i giochi e le feste più belle si tenevano sempre a casa sua.
A queste feste TUTTO era perfetto.
Striscioni, tovaglioli, palloncini colorati, la megatorta con la scritta Buon Compleanno, musica e giochi a tema come la Caccia al Tesoro e il Gioco della Bottiglia che, da noi femmine era tanto atteso  perchè era solo una banale scusa per riuscire a poter baciare sulla bocca il più bello della classe.
E' stupido aggiungere che quando IO ero una delle penitenti non baciavo nessuno. A me dicevano di nascondermi in qualche parte della casa o saltare su di un piede per venti/trenta volte.
Però, posso ammettere che...quando Arianna non faceva comunella con le altre compagne di classe diventava pure simpatica. 
A riguardo, un felice ricordo dai colori pastello sta attraversando la mia mente. E' bel pomeriggio d'estate ed io, Arianna e sua sorella ci mettiamo il costume, ci infiliamo i braccioli ed insieme entriamo nella sua vasca da bagno colma di bagnoschiuma e qui ci immaginiamo di nuotare in piscina come Esther Williams.

Per quasi vent'anni quindi, ho avuto un bel ricordo di questa persona e ho creduto/sperato che nonostante fossimo -come posso dire?- di un ceto sociale diverso, lei avesse apprezzato in qualche modo la mia compagnia.
Ai giorni nostri con la venuta di Facebook, è stata una delle prime persone alle quali ho pensato e sentito il bisogno di cercare.

Cosi, digitando il suo nome nella barra "Cerca i tuoi amici" lei mi appare. Come la Madonna. Sempre bella, sempre bionda, due figli altrettanto stupendi (maschio e femmina... eh bhè...) e un marito SuperMegaManager di 'StàCippa'.
Le chiedo quindi l'amicizia. Senza pretendere chissà che cosa.
Sappiamo tutti che Facebook è il metodo più semplice e veloce per riallacciare vecchie conoscenze, ritrovare appunto compagni di scuola o d'avventure, e spulciare nella vita privata altrui senza necessariamente avere l'obbligo di incontrarsi, che per me, si può praticamente dire perfetto.
Ricevo la conferma di amicizia. Contentissima mi preparo a scriverle una lettera di risposta per chiederle come sta, cosa ha fatto in tutti questi anni e raccontarle brevemente della mia vita e informarla di come la cosa avesse procurato in me una gioia atavica riconducibile appunto all'infanzia.
Questa lettera non è mai giunta a destinazione. Non mi ha dato neppure il tempo di scriverla perchè nel giro di quarant'otto ore lei mi aveva già tolto dalla sua lista di amici.
Forse curiosando nella mia pagina si è resa conto che non ho fatto nessuna brillante carriera, che sono rimasta una semplice middle-class e magari questo non avrebbe giovato alla sua immagine. O forse, avrà semplicemente pensato che, dopo tutti questi anni le avrei potuto chiedere in prestito il DolceForno. Fatto sta che l'illusione che mi ero creata per circa un ventennio in un attimo è svanita.
E qui lo ammetto, sono rimasta esterrefatta come un tonno congelato.

(E sono già salite a Due le illusioni svanite. Questa però non ha fatto Booom! come la Dyane Verde Acqua).

 Chiudo parentesi.

mercoledì 7 novembre 2012

Three-Days Tour


Ho approfittato del DeadDay per andare a trovare Madre per qualche giorno. 
E' consuetudine di noi figli chiamarla scherzosamente in questa maniera perchè pronunciare Madre ha un che di imperativo, e questo imperativo le calza a pennello. Madre è una figura possente anche esteticamente e per quanto mi riguarda è una colonna portante della mia vita. 
Ma per favore, non mi si deve immaginare come quella che chiama mammina per ogni minima cosa, anzi.
Purtroppo tra il lavoro, la pigrizia, il portafogli e qualche centinaia di chilometri di distanza la vedo in carne ed ossa due volte l'anno o quando c'è qualche morto in famiglia da sotterrare.
Per il resto ci ingegniamo con la nuova tecnologia che spazia dai post e msg su Facebook alle videochiamate Skype.
Quindi con il dito in convalescenza che ostacola il mio lavoro quotidiano ho deciso di prendere la palla al balzo e con Bro siamo andati a trovarla.
Madre vive vicino al mare e si sposta quotidianamente a piedi, bici o autobus ed anche se ha la patente non è automunita.
Quando arriviamo noi figli perciò, in particolare Bro che scende più spesso di me, lei sente la necessità di fare il 3DaysTour.
In che consiste il 3DaysTour?
Sono tre giorni dedicati esclusivamente a centri commerciali, casa del sapone, casa della scarpa, casa del cane e gatto, casa del mobile, casa del bagno, sempre e comunque alla ricerca di qualche acquisto voluminoso. Come il tapis roulant di Decathlon dell'estate appena passata.
L'Ikea no, non è prevista ma solo perchè non è ancora arrivata da quelle parti.
La meta finale del tour è sempre il cimitero. 
Qua la nostra lista di parenti reincarnati in mosche e lombrichi è abbastanza lunga da richiedere la classica pergamena ingiallita con le X disegnate sopra per riuscire a scavarli, ehm...scovarli.
Ovviamente non si trova in quella parte di cimitero ombreggiata (in questo caso mi è andata bene perchè siamo a novembre) che hanno file di pini e panchine a costeggiare i monumenti. NO! Tutto il nostro parentado è sparpagliato in uno spiazzo enorme quanto La Piazza Rossa di Mosca e dove si è circondati esclusivamente da terra e croci tutte uguali. E non si ha nessun punto di riferimento a meno che non si possegga una bussola, o Madre appunto. 
Chi in genere si salva da tutto ciò è nostra sorella minore, ma solo perchè in auto occuperebbe troppo spazio che invece viene utilizzato quasi sempre per caricare galloni e galloni d'acqua.
Ma nonostante tutto, il 3DaysTour è talmente diventato un abitudine che il giorno che non dovesse più esserci per qualche ragione, sono sicura che potrei sinceramente sentirne la mancanza.


martedì 6 novembre 2012

Il maschio vigoroso


Sono un maschiaccio per natura e sono certa che la mia femminilità è apparsa come un ectoplasma al momento della mia nascita per poi svanire quando ho vagiUrlato  -Perchè cazzo mi avete tirato fuori che stavo bene dov'ero?!-
Sono un maschiaccio per natura perchè la mia camminata (quando Psycopeppa non è nell'aria) assomiglia tanto a quella di uno schiacciasassi che pressa ogni cosa che gli si para davanti e se vi è capitato di essere stati travolti tra le bancarelle di un mercato c'è la possibilità che mi abbiate incrociato.

Anche le mie dita sono prevalentemente dei maschi.
Quelle della mano destra, in particolare, sono dei maschi perchè lavorano come un uomo. Sanno usare il trapano, sanno fissare una ventola al soffitto, sanno riparare fili e prese elettriche, si dedicano al montaggio dei mobili Ikea, riparano tapparelle e fanno tanto altro ancora.
Il mio anulare destro un tempo era un maschio bello e vigoroso.
Si è sempre organizzato in tutto, ma in quest'ultimo anno non ne ha voluto proprio più sapere di funzionare a dovere e ha cominciato a scioperare.
Forse stufo di essere trattato come uno schiavo dato che tutte le sue amichette della mano sinistra se ne stanno tuttora sempre li a guardare con le dita conserte, ha deciso di farmela pagare. 
E' stata più volte una sua consuetudine, per esempio, quella di tenersi lo spazzolino, il pettine o la forchetta tutti per se. Altre volte ha preferito aprirsi in un unico scatto improvviso proprio di fronte ad una tazzina di caffè. L'impatto che ne conseguiva era paragonabile ad un CrashTest, solo applicato sull'unghia. Ma la più imbarazzante di tutte è quando decideva di bloccarmi le monetine in mano al momento di pagare la cassiera del supermercato.   
In pratica, a differenza di tutte le altre quattro dita della mano destra il mio vigoroso anulare non aveva più nessuna intenzione di ascoltarmi. E se gli andava di stare piegato non c'era verso di farlo rimettere sull'attenti, a meno che non chiedessi aiuto alle cinque dita della mano sinistra che, essendo tutte femmine, con movenze sensuali cercavano di convincere il maschio più vigoroso del mio team a raddrizzarsi.
Il giorno che gli ho spiegato che così non si poteva più andare avanti e che le cinque donzelle non erano disposte a fargli da badante per il resto della loro vita, ha ammesso con grande dispiacere che la sua potenza, la sua energia non era più quella di una volta e che in pratica sentiva che stava invecchiando.
Sono andata perciò a farlo visitare da un ortopedico il quale e mi ha detto che il poverino soffre semplicemente di Dito a scatto. 


Tale sistema può essere grossolanamente paragonato al cordino di una tenda, alla carrucola e agli anellini che sostengono la tenda stessa: il cordino deve scorrere liberamente per aprire e chiudere la tenda. La prima di queste pulegge, denominata A1, perde completamente la sua elasticità e si restringe sino a impedire lo scorrimento tendineo e bloccare il movimento del dito.


 

Dopo qualche mese di attesa finalmente mercoledi in Day Hospital il mio dito maschio è stato rimesso in sesto.
Per lui non ho fatto colazione, ho indossato solo la mia carne e un camicie bianco con tre miseri laccetti, ho preso un sacco di freddo in una sala operatoria e ho smaltito l'anestesia per via....vabbè ci siamo capiti.
Ora la mia mano dovrà stare fasciata e in degenza per altri 15gg. ma lui già si muove e sembra dirmi -Sono ringiovanito- 
Sono certa che ritornerà il maschio bello e vigoroso che è sempre stato. 




sabato 20 ottobre 2012

L'Eleganza di una Faina


       

 I PORTINAI SONO PERSONE CURIOSE,
                 E SI FANNO SEMPRE GLI AFFARI DEGLI ALTRI.  



E' ora di sfatare questa diceria perchè ci hanno sempre rappresentato come persone invadenti e curiose dei fatti degli altri. 
Ma la verità è che sono i condomini ad essere troppo chiaccheroni.

Per esempio... c'è la signora con il carrello della spesa che è da evitare come la peste, brava donna, ma se mi si accozza quando esce al mattino sono rovinata, perchè non c'è modo di fermarla coi suoi monologhi e nell'arco di venti minuti, senza che io abbia proferito parola o posto domande, è capace di farmi sapere che ha un'edera sul balcone, di avere il raffreddore, che è stata operata al ginocchio destro ma che però anche il sinistro le fa male, che ha la cyclette in casa, di avere  una figlia che ora è in Messico e si è separata da poco, che suo nipote fa il medico e che non è sposato, che le ciliegie del fruttivendolo vicino alla chiesa costano cinque euro e quelle al super invece  costano sei.

Per non parlare del signore che esce solo per prendere il giornale e rincorre gli inquilini più giovani -che hanno fretta di andare in ufficio- per poter fare due chiacchere ed è lo stesso che, da ormai cinque anni, almeno una volta alla settimana mi racconta che ha già acquistato i loculi al paese per lui e sua moglie. Trentamila euro....
-Una bella vacanza, magari una crociera no?-

C'è quello che viene spedito, sempre dalla consorte, a fare tutte le compere di casa. Pane, latte, bollette, frutta... Ma, o la moglie non gli da la lista tutta in una volta sola o lui trova la scusa per non rimanerci troppo in casa con la sua signora, dato che lo si vede uscire anche dieci volte al giorno.

Questo per dire che un condominio non è fatto solo di persone giovani che escono di casa al mattino e tornano la sera. Noi, con il nostro lavoro abbiamo a che fare con quelle che rimangono, le persone anziane, tante delle quali una volta andate in pensione vanno in depressione o si sentono inutili. 
Abbiamo a che fare con donne rimaste sole, persone comunque bisognose di attenzioni. Quelle persone che potrebbero essere i nostri genitori o i nostri nonni. Io, a dir la verità, non mi sento solo quella che lava le scale perchè sò di poter essere d'aiuto, dove posso naturalmente, a queste persone.
E poi chi ritira le multe che si prendono, i pacchi acquistati su e-bay, le scarpe su Zalando se si è al lavoro?
  
Concludo dicendo che fare gli assistenti geriatrici non è proprio facile, bisogna avere tanta, ma taaanta pazienza.
...Ed è per quello che ci appoggiamo sempre alla scopa di saggina quando gli inquilini ci fermano a parlare. Per tenere ferme le mani....e non strangolarli. 








giovedì 18 ottobre 2012

Il ragazzo dalla folta capigliatura


Questo mio pensiero risale  ad un anno fa.
Lo riporto ora perchè tra qualche giorno sarà esattamente un anno che questo ragazzo, che poteva 
diventare davvero
un grande campione,
ci ha lasciato in un modo così
inaspettato.

29 Ottobre 2011
Da dove inizio?
Posso incominciare dicendo che non ho mai seguito il MotoGp e tutto quello che sò sui piloti delle due ruote l'ho sempre appreso dai canali televisivi e dalle riviste.
Ma domenica.... la domenica appena passata è uno di quei giorni che rimarranno impressi nella mente per sempre.
Ricordo il giorno che Alfredino Rampi è caduto nel pozzo, ricordo lo schianto di Villeneuve, ricordo la carrozza che portò Diana all'altare, e ricordo benissimo cosa stavo facendo l'11 Settembre.

Domenica scorsa eravamo ad una festa di paese e con amici siamo entrati in un bar a bere un cappuccio. In quel locale la tv accesa era fissa sui box di Sepang. C'è stata curiosità in me ma essendo in compagnia non potevo fermarmi. 
Ma quelle facce fisse sul monitor mi facevano capire che era successo qualcosa, qualcosa di non bello.
La conferma mi viene data quando sento -Gara sospesa- ma non sò chi e come sia stato coinvolto. Simoncelli...Rossi...questi i nomi che vengono pronunciati da alcuni presenti poco dopo.
Simoncelli. Ma certo! Simoncelli è quel ragazzo con tutta quella massa di capelli e il forte accento romagnolo.
Quel ragazzo che in radio dice a Ringo “Non fatemi fare la figura del patacca!”, che ai miei occhi ricorda tanto il Valentino giovanissimo, e che proprio per questo un po' snobbo.
La mia gita prosegue tra le bancarelle ma il pensiero corre continuamente a quel ragazzo. Mi domando cosa può essere successo e cerco con lo sguardo voci tra la gente che mi possano aiutare a capire l'accaduto. Poi arriva come un pugno quella frase “E' morto. Simoncelli è morto.”
Mio marito chiede “Qual'è Simoncelli?” ed è bastato fargli quel gesto con le mani ad indicare i tanti capelli che aveva, che la sua risposta è stata “Mi dispiace, mi dispiace proprio tanto”.
La giornata per me è proseguita in compagnia degli amici ma con il pensiero di avere notizie di come fosse avvenuto il tutto.

Nei quattro giorni seguenti, tv, radio, giornali e internet non hanno fatto altro che parlare dell'accaduto. E ho conosciuto cosi MARCO SIMONCELLI detto SIC.
E ho capito una cosa. Marco Simoncelli era sì l'erede di Valentino Rossi, e questo lo avevamo capito tutti. E' che forse avevamo paura di ammetterlo perchè era un pò come tradire The Doctor e forse e non eravamo ancora pronti a questo cambiamento.
Per questo la sua scalata stava avvenendo in sordina e in modo graduale.
La conferma che tutti ci eravamo accorti che sarebbe diventato un campione c'è stata proprio con la sua morte, perchè ci siamo commossi tutti nel vedere quelle immagini tremende, ci siamo commossi tutti nel vedere lo smarrimento di Valentino e le lacrime di Capirossi, ci siamo commossi tutti nel vedere con che grande forza i genitori, la sorella e la fidanzata abbiano affrontato la tragedia.
E ci siamo commossi tutti nel vedere una vita troncata cosi rapidamente.

Mi sono anche chiesta perchè una persona -di cui si conosce relativamente poco- possa farci piangere cosi tanto.
La risposta che mi sono data è che forse il Sic, con la sua tragedia, ha rappresentato anche gli amici o quei cari che ci hanno lasciato troppo rapidamente. Immedesimarsi in questo tipo di "dolore pubblico" è forse l'unico modo che abbiamo per comunicare a chi è rimasto la nostra comprensione.
In questi giorni ho scoperto anche che Marco Simoncelli era una persona pura.
Ha avuto una vita breve ma fatta a tutto tondo e di questo i genitori dovranno esserne fieri e non avere mai rimpianti.
Ed è proprio a loro che dedico l'ultimo mio pensiero perchè dovranno affrontare il vuoto più devastante una volta che tutti i riflettori saranno spenti. Purtroppo sarà un dolore cosi profondo che il tempo non cancellerà, come tutti dicono, ma potrà solo aiutare a conviverci.
Sul suo profilo Fb ho visto una bellissima foto -che qui posto- perchè penso che sia quella che più lo possa rappresentare.
Ecco io voglio ricordarlo cosi.
E spero che l'ombra di quella sua capigliatura (che cosi bene lo contraddistingueva) possa seguirci in ognidove.

Ciao Sic!

mercoledì 10 ottobre 2012

L'Ebbrezza del Piercing


E' appurato. Io ed il piercing, anzi meglio io ed il Surface non andiamo d'accordo.
A dir la verità fino a qualche giorno fa neppure sapevo che cosa fosse un Surface. Per mia fortuna.

Domenica (in questo blog la domenica ritorna come un boomerang) ero ospite da amici. 
Si prospettava la classica giornata con un pranzo a base di cibo sostanzioso, chiacchere, risate ed un bicchiere di vino ad accompagnare il tutto. Ed infatti una parte della giornata è andata esattamente cosi.
Nel piatto mi sono ritrovata una gustosissima porzione di polenta Taragna con ragù di salsiccia, tanto abbondante che dopo, stranamente, sono riuscita a spizzicare SOLO due fettine di finocchiona.
Quelle che poi mi hanno accompagnato per tutta la notte, insieme agli incubi che in seguito ho avuto.

Ma ancora non ci sono arrivata al perchè ho avuto gli incubi.


Dopo il salame con finocchio e che certamente aveva l'aglio dentro, onde evitare appisolamenti furtivi abbiamo deciso di debellare il momento dell'abbiocco prima con un caffè e ammazzacaffè, poi con una passeggiata antipennica. Il sole ancora piacevole ci ha invogliato e abbiamo preferito l'aria aperta piuttosto che il Caccamo-mode.

Tornati a casa già pensavamo alla partita di Monopoly che i bimbi richiedevano con impazienza, ma alla quale io non avevo nessuna voglia di partecipare. La matematica non è proprio il mio forte.


Intanto che tabella e mazzette di euro venivano piazzate sul tavolo, il nostro amico ha incominciato a raccontarci del suo nuovo lavoro.
Il piercer. 
In quel momento il discorso sembrava l'unica via d'uscita dal Monopoly, almeno per me, tanto che una volta presa la sua bella valigetta in metallo e averci illustrato gli attrezzi usati per bucare l'epidermide, dopo qualche esitazione....vabbè...non poi tanta....ho detto -Facciamolo!-
(Pur sapendo che a breve dovrò essere operata alla mano).
E siccome volevo caricarmi per bene sono corsa in auto a prendere un disco degli AC/DC.

MA IO NON SO NEMMENO CHE COS'E' VERAMENTE UN SURFACE!!!
CHE DIAVOLO MI E' SALTATO IN TESTA?

La musica parte, le mani sul tavolo danno il ritmo...
Pàttì....Pàttì....Pàttì.......Pàttì......Pàttì.......Pàttì..
Dopo quattro secondi avevo una barretta di metallo infilata sotto la pelle del braccio e due pallini rosa uscivano dal polso. Però la partita a Monopoly era saltata.
Mi sono fatta spiegare bene tutto ciò che avrei dovuto fare, quante volte al giorno medicare, quando la pulizia ecc.. ecc... e ho continuato a rimirarmelo per tutta la giornata. Felice e contenta.
Ma tornata a casa sono piombata su internet ed ho cominciato a leggere alcune testimonianze di chi li ha avuti.
7 su 10 hanno il rigetto.... Tempi lunghi di guarigione (anche nove mesi).... ed io comincio a pensare all'operazione.... C'è chi addirittura scrive -dopo dieci anni qualche volta mi esce ancora il pus-
Decido di piantare la lettura e andare a dormire.
La Finocchiona senza ombra di dubbio è stata la prima causa degli orribili sogni che ho avuto durante la notte ma la lettura pre-sonno credo abbia contribuito notevolmente a peggiorare la situazione. Non c'è voluto molto a credere di non sentirmi più il braccio, o alla sensazione di vedermelo gonfio come un pallone o a quella di averlo come una pizza margherita..
E così è stato il giorno seguente e quello dopo ancora, fino a
quando FINALMENTE il terzo giorno la barretta è stata sfilata definitivamente dal braccio.

Sono stata un' inconscente lo sò perchè potevo informarmi prima.
Ma ripensandoci oggi, non me ne pento assolutamente.
Per una volta tanto ho deciso di scegliere senza pensare alle conseguenze.
E mi sono sentita viva.

Fà niente se ora ho due prese d'aria nel braccio.


                             Il tutto è stato documentato.



 

martedì 9 ottobre 2012

PsycoPeppa


La mia convinzione è che in questo universo siamo tutti circondati da energie, e penso anche che ogni individuo ne sprigioni delle sue, buone e cattive. Scrivo questo perchè quando conosco una persona nuova se a pelle questa mi trasmette anche solo una sensazione sgradevole, capisco che è una persona che non fa per me. 

Ieri ho intrapreso nuovamente un percorso terapeutico per cercare di curare la mia psiche difettosa.
Come già detto, questa è la terza nel giro di tre anni. 

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La prima volta.
La mia esperienza ha inizio presso una struttura privata convenzionata con la mutua. Una bella struttura. Avevo sia lo psichiatra per la cura farmacologica sia uno psicologo per il pacchetto sedute.
Siccome lo studio dove avvenivano gli incontri era a ciclo continuo, al mattino sulla porta si poteva leggere Dott. Taldeitali Ginecologo mentre al pomeriggio l'etichetta diveniva del Dott. Pincopallino Psicologo. 
La stanza grande un metro per un metro non dava spazio a quella che io chiamo "l'area personale", tutto era troppo ravvicinato. Troppo.
Non c'erano effetti personali di nessun tipo, nè sulla scrivania, nè sulle pareti e la porta era talmente sottile che faceva direttamente da amplificatore per le orecchie degli altri pazienti in sala d'attesa.
Ai miei occhi, l'analista era parso subito talmente giovane per poter capire anche solo minimamente quali fossero le cause delle mie crisi di pianto incontrollabili, dei miei momenti di gioia alternati a quelli di malumore devastante, che le sedute in sua compagnia erano un'unica sinfonia.  Un silenzio imbarazzante.
In quei 20 minuti settimanali...Venti minutiiiii???? Sì, solo venti minuti, non proferivo parola se non a monosillabi e questo giovanotto non avendo ancora trovato l'attrezzo giusto per aprire il mio guscio nominandomi La Sfinge, finiva col fare domande di routine senza arrivare a niente di concreto.
Il giorno che disse "dovremmo approfondire meglio l'argomento" capii che per curarmi avrei dovuto andare nel suo studio privato, dove le sedute sarebbero state più lunghe e naturalmente più costose.
Non ci sono più andata.

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La seconda volta.
Eliminato l'analista mi era rimasto lo psichiatra.
Le sedute con lo psichiatra erano di durata maggiore. 30minuti.
Di questi trenta minuti (o venti che fossero, come sopra) otto di questi di solito venivano utilizzati per le varie pratiche come sedersi, aspettare che il computer si accendesse, che il medico si ricordasse quali fossero i motivi principali dei miei disturbi e infine che venisse riletta la cartella clinica per iniziare la seduta fingendo cosi di conoscere il mio nome.
La stanza rispetto alla precedente era molto più grande, c'erano oggetti più personali all'interno ma non avendo finestre per i miei gusti risultava troppo buia, tanto da assomigliare più ad una camera da ipnosi o cura del sonno piuttosto che alla stanza della psiche.

-Nell'attesa mi guardo in giro, notando un quadro decisamente cupo e mi domando se sono io che devo curarmi o se invece non è lui ad averne bisogno. Osservo che l'uomo ha due fedi al dito, una è più piccola. Intanto che questi scrive mi chiedo se la vera più piccola è della moglie. La porta al dito perchè è morta? Sarà stato un grande amore?-

Poi la terapia ha inizio. Lo psichiatra è più anziano, più esperto del precedente e anche se io continuo a fatica a tirare fuori le parole egli riesce in poco tempo a capire quali sono le mie problematiche maggiori.
Ha un tono di voce chiaro e deciso e alla fine di ogni seduta si alza dalla sua poltrona e mi saluta con un mezzo abbraccio come a darmi coraggio ma che io interpreto come un gesto troppo invadente, come a significare "così ti faccio credere che mi importa qualcosa di te quando in realtà non mi fregauncazzo" . 
Comunque la sua stretta di mano vigorosa mi dà quella carica che dura fino alla seduta successiva e mi dà anche la fiducia nel prendere le medicine che mi ha prescritto.
Il giorno che disse "dovrebbe fare il test di Rorschach" capii che per sapere se in una macchia d'inchiostro ci vedo un utero o una farfalla avrei dovuto sborsare dei bei soldini.
Non ci sono più andata. 
E ho smesso anche la terapia farmacologica.

Sono stata bene per un pò.
Ora che stanno tornando tutte le mie ansie e stati d'animo altalenanti, i quali mi fanno vivere male l'esistenza, ho di nuovo chiesto aiuto.

Con la mia ultima terapia questa volta ho deciso di optare per il Cps. 

Chi pensa che al Cps ci sia solo gente che cammina come zombie, che ci siano solo i reietti della società, che ci siano solo ex tossicodipendenti  e famiglie con gravi disturbi psicosociali....non si sbaglia. 
E' proprio cosi. E giuro, è veramente deprimente.
Ma, ieri mattina anche se per me era una giornata di quelle NO, ero talmente curiosa per l'inizio della nuova terapia, del nuovo medico, ho richiesto specificatamente una donna, che tutto quello che mi circondava è passato in secondo piano. 
Anche  la puzza di quello che avevo a fianco in sala d'attesa.

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La Terza volta.
La sala d'attesa ha quasi tutte le sedie occupate e penso subito che dovrò starci li a lungo prima di essere chiamata. Invece la dottoressa arriva quasi subito.
Dopo avermi fatto entrare nel suo studio la signora con il camice bianco non mi dà nè la mano, nè si presenta.
Ma magari, penso, è stata solo una leggera dimenticanza.
Il computer qua è già acceso, e la stanza mi piace proprio.
E' grande quanto basta per far si che medico e paziente abbiano i propri spazi. E' luminosa, le pareti hanno un bel colore, ci sono foto appese al muro, probabilmente dei suoi gatti e di quello che potrebbe essere suo figlio. C'è una finestra lunga e stretta che lascia intravedere fuori. Vedo anche piante grasse e ciclamini rossi.
La scrivania è colma di fogli e foglietti, soprammobili e ninnoli e già mi piace perchè è un posto accogliente e fa venire voglia di parlare.
La dottoressa cammina eretta e decisa, non ha le classiche mani senza carattere, le sue sono piccole, liscie e nodose. Sull'anulare porta una vera, una sola però. E' forse un pò dipendente dal botulino ma nell'insieme sembra ispirarmi fiducia, nonostante quell'apporccio iniziale che mi ha fatto restare sulla difensiva.

...a pelle....quellla sensazione a pelle...mi ripeto

Anche in questo caso la seduta inizia.
Solite domande per compilare la scheda paziente, ma la prima visita è sempre cosi, mi dico.
Tutto sembra procedere nel verso giusto ed io anzichè stare sul bordo sedia incomincio a rilassarmi e mi metto un poco più comoda.
Incomincio a tirare fuori i miei bocconi amari e stranamente, a parte il pianto che mi fa spesso mancare l'aria, parlo decisamente tanto.
Poi, ad un certo punto accade quella che io ho chiamato incongruenza.
Premetto che la mia depressione mi ha anche portato ad ingrassare. quindi sono un poco sovrappeso. Ad un certo punto il discorso cade proprio sui chili di troppo, e dal mio peso eccessivo la dottoressa è passata a parlami di dieta.
E fin qui ci sta tutto. 
Ma cosa strana, non mi ha detto frasi tipo "le consiglio di andare da un dietologo".  Ha invece preso un foglio dicendo "se vuole le dò io una dieta" ed io ho risposto -mi faccia vedere-
Ha messo giù una e vera e propria tabella, nel quale secondo lei dovrei togliere completamente  per due settimane zuccheri e carboidrati... chiunque perderebbe subito chili! Mi dice che ricorda molto la DietaDukan. 
Aaah! la Dukan! -penso io-  quella che ti rovina i reni.....
Ma è quando ha incominciato a parlarmi di cibo proteico che ho capito che la seduta stava prendendo un'altra piega...ed è quando mi ha tirato fuori un depliant con la lista dei cibi proteici, che spaziavano dalla pasta kamut a 12euro a pacchetto fino ad arrivare agli snack rompi-digiuno che sanno di formaggio, che ho capito che la seduta aveva preso DecisamentE un'altra piega.

-Ma sono nello studio di una psichiatra o di una venditrice Herbalife?-

Le faccio capire che non ho interesse per questo genere di cose e lei devia l'argomento per tornarci poco dopo. Arrotondare le proprie entrate in questo contesto l'ho trovato di cattivo gusto.
Alla fine anche lei mi prescrive delle medicine.
Prima di uscire mi rammenta che anche il solo dimagrire mi farà sentire più sicura e mi farà vedere più bella.
Io volevo dirle che ero già dimagrita di dieci chili qualche anno prima senza dover mangiare i suoi crakers al formaggio, ma mi sono limitata a dirle che non è tanto il mio esterno che devo (e dovrebbe) mettere a posto ma il mio interno. Perchè una volta messo a posto quello potrò vivere serenamente anche con i miei chili di troppo.
La sua seduta però è durata quasi due ore. Non ci potevo credere.
Ci siamo lasciate stringendoci la mano. 

-Non allunga neppure il braccio. Sembra quasi che la mano le stia uscendo direttamente dallo sterno. Della mia invece, ha stretto solo le falangi....e già per me, non è un buon segno-

Tra una settimana la rivedrò. E in base a quale sarà l'argomento principale della seduta saprò se continuare o meno.

Ecco. Il mio problema sta proprio nel fatto che non mi fido di nessuno e come scritto nella presentazione faccio fatica a relazionarmi con chiunque, anche con chi dovrebbe curarmi.
Per esempio, io questo test lo farei volentieri, anzi sono davvero curiosa. Ma quando a fine mese devo scegliere se pagare l'assicurazione, pagare la rata del mutuo, curarmi un dente cariato o fare il test di Rorshach, la mia priorità dove potrà mai cadere?
Se il mondo esterno e chi lo abita mi fa cosi paura perchè allora ho deciso di scrivere sul blog? Ho la necessità di protagonismo anch'io come gran parte del genere umano o è solo una forma di autolesionismo? O, se non peggio voglio illudermi di risolvere tutte le mie fobie e paure solo scrivendo? 

Chissà se la rappresentante di cibi proteici potrà darmi la risposta.